CESARE BATTISTI IL TERRORISTA ROSSO
INFANZIA E PRIMI AMORI
Quella di Cesare Battisti è un’infanzia burrascosa. Originario di Latina nacque nel 1954 da una famiglia di contadini e operai. Da giovane si appassiona di politica iscrivendosi alla Federazione Comunista Giovanile Italiana.
In questo periodo si macchia di piccoli crimini come rapine e sequestri di persona, i quali gli procurano un bel biglietto d’andata per il carcere nel 1972. Nel ‘77 fu nuovamente arrestato per aver aggredito un ufficiale durante il servizio. Viene trasferito nel carcere di Udine e lì conosce Arrigo Cavallina, che lo persuade ad entrare nel PAC, Proletari Armati per i Comunisti.

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GLI OMICIDI
Secondo una dichiarazione di Battisti il suo unico compito all’interno dell’organizzazione era quello di scrittore per il giornale “Senza galere”, ma nel 1978 decise di allontanarsi dal PAC per l’omicidio di Aldo Moro. Qui ci sono le prime contraddizioni da quelle che poi sono divenute le accuse principali all’ergastolo per Battisti, in quanto fu accusato di aver partecipato a quattro omicidi l’anno seguente.
Il 6 giugno del 1979 l’omicidio di Antonio Santoro, maresciallo del corpo di custodia ucciso da Battisti. IL 16 febbraio a Milano l’omicidio di Pierluigi Torregiani, gioielliere per la quale Battisti fu accusato di essere co-autore e organizzatore. Sempre il 16 febbraio l’omicidio di Lino Sabbadin, macellaio ucciso da Diego Giacomin, organizzato da Pietro Mutti e con la partecipazione di Battisti come autista. Infine il 19 aprile dello stesso anno l’omicidio di Andrea Campagna, agente della Digos ucciso con svariati colpi d’arma da fuoco al volto che vede come esecutore Il caro Battisti.
UN LATITANTE SERIALE
A tradire Cesare fu Pietro Mutti, compagno del gruppo armato e bugiardo patentato. Mutti cambierà spesso la sua deposizione anche se rimane l’unica testimonianza contro Cesare della maggior parte delle accuse a suo carico.
Battisti arrivò in Francia nel 1981 e dieci anni dopo venne arrestato a seguito di una richiesta dello stato italiano a Parigi per l’estradizione, ma senza successo.
Per un po’ di tempo le acque sembrano calmarsi, fino al 2004 quando viene arrestato a Parigi per aver litigato con un vicino di casa. Il caso riesplode.
Per evitare altre noie Battisti scappa in Brasile dove viene arrestato nel 2007 insieme ad una donna che nel paese dava assistenza a rifugiati italiani. Battisti riuscì a passare il confine con documenti falsi che sembra gli siano stati procurati dai servizi segreti francesi. Viene arrestato di nuovo nel 2017 mentre andava verso la Bolivia e quindi arrestato per illecito valutario.
L’ARRESTO E L’ESTRADIZIONE
Nel 2018 Bolsonaro promise che, se fosse stato eletto, avrebbe permesso l’estradizione di Battisti in italia, perché il presidente secondo criteri politici di convenienza può cambiare decisioni prese in precedenza. Dal primo gennaio 2019 Bolsonaro è presidente del Brasile, per questo motivo Battisti chiede di nuovoasilo politico in Bolivia, dove però riceve un bel 2 di picche.
Il 12 gennaio fu arrestato e preparato per la tanto agognata espulsione dal Sud America per l’Italia, cosa che avvenne il 14 gennaio. Ad aspettarlo all’aeroporto di Ciampino c’era l’allora ministro Matteo Salvini, con una tuta della polizia… zozza di sugo probabilmente… e un esercito al seguito manco fosse l’imperatore Palpatine. Battisti ora si trova in carcere in Calabria da più di un anno. Ha confessato tutti gli omicidi a lui imputati, anche con una certa fretta.
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