DONATO BILANCIA, IL KILLER DEI TRENI
Dei personaggi più enigmatici della criminologia italiana non si può tralasciare la storia di Donato Bilancia, un serial killer che, tra un momento di gioia e l’ altro, si è distinto per la quantità di soprannomi (da killer delle prostitute a killer dei treni; da mostro di Liguria a Megazord) e per il suo modus operandi, forse un po banale, ma certamente efficace.
UN’ INFANZIA DECISAMENTE PESSIMA
Donato Bilancia nasce a Potenza il 10 luglio del 1956. Non ebbe di certo un’infanzia delle più rosee, caratterizzata da pessimi rapporti con i genitori, i quali non perdevano occasione per umiliarlo e mortificarlo in pubblico.

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Ha sofferto di enuresi notturna (si pisciava a letto) fino agli 11 anni, disturbo di cui la madre approfittava per svergognarlo davanti ai vicini esponendo all’aperto il suo materasso bagnato. In quegli anni si verificò un altro episodio che lo segnò fortemente: una sera, davanti alle cugine, il padre gli tirò giù le mutande mostrando loro il suo pene poco sviluppato. Donato stesso disse che fu proprio quell’evento ad averlo crocifisso per il resto della vita.
UNA NUOVA IDENTITA’
All’età di 15 anni Donato decide di allontanarsi da casa e da quelle umiliazioni lasciandosi dietro non solo la sua vita, ma anche il suo nome. Da qui si farà chiamare Walter e comincerà la sua vita di criminale con piccole rapine e scassi. Fu in quegli anni che conobbe la sua più grande passione: il gioco d’azzardo. Nel suo essere un giocatore incallito, tuttavia, Walter ha comunque un suo “codice morale”: come un Lannister, paga sempre i propri debiti (se non sai chi siano i Lannister, sei una brutta persona)!
IL KILLER DELLE PROSTITUTE
La prima vittima è Giorgio Centenario (che non è una prostituta XD), biscazziere del casinò Sanremo. Walter lo strangola a mani nude, nonostante avesse con sé la sua fedele pistola. La morte di Giorgio verrà archiviata dagli inquirenti come morte naturale. Nei successivi omicidi comincia a delinearsi il profilo dell’assassino che verrà poi denominato “il killer delle prostitute”: Walter sceglie infatti come vittime giovani prostitute e le uccide con un colpo di pistola alla nuca.
Due vittime soltanto ebbero la fortuna di sopravvivere: Lorena, una transessuale venezuelana di 23 anni, salva grazie al fortuito intervento di due metronotte che le diedero la possibilità di fuggire. L’altra sopravvissuta si chiamava Luisa, una prostituta che riuscì a disinnescare l’istinto omicida di Walter mostrandogli la foto del figlio.
IL KILLER DEI TRENI
Le due sopravvissute avevano ormai fornito il suo identikit alle autorità, dovette quindi scegliere un altro terreno di caccia e cambiare strategia. Decide quindi di operare su scala regionale e approfitta del nostro impeccabile sistema ferroviario per compiere indisturbato i suoi delitti. Da qui in poi verrà infatti chiamato “il killer dei treni”.
Il primo omicidio avviene lungo la tratta La Spezia-Venezia, dove uccide una donna nel bagno del treno. Il modus operandi è sempre lo stesso: un colpo secco alla nuca. Successivamente, lungo la tratta Genova-Ventimiglia, uccide Maria Angela Rubino. In questo omicidio aggiunge una variante sessuale agghiacciante… masturbandosi sul suo cadavere.
UN BANALE ERRORE: L’ARRESTO
A porre fine a quella furia omicida fu una banalissima multa. Walter guidava una macchina acquistata da un conoscente senza aver mai fatto il passaggio di proprietà. In più di infrazioni ne faceva non poche: attirò l’attenzione superando ripetutamente i limiti di velocità ed eludendo il pedaggio al casello accodandosi alle altre macchine. Una volta trovato il collegamento tra i luoghi delle contravvenzioni e le scene del crimine, Donato Bilancia divenne il primo sospettato, accusato degli omicidi del killer dei treni e del killer delle prostitute: prende vita il mostro di liguria.
Viene infine arrestato e condannato per i 17 omicidi a 13 ergastoli, più 16 anni per tentato omicidio.
Donato è ancora vivo e sconta la sua pena a Padova. Si è diplomato come ragioniere ed ora punta ad una laurea in progettazione e gestione del turismo culturale… non proprio rassicurante!
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