JEFFREY DAHMER, IL CANNIBALE DI MILWAUKEE
Avreste mai pensato che cannibalismo, necrofilia, trapani e teschi dipinti potessero rientrare tutti nella stessa storia? Ma certo che no, sennò cosa ve lo domandiamo a fare? Ebbene, c’è una storia che presenta tutti questi elementi e molto altro. Inutile dire che se non volete leggere avete l’episodio del podcast bello e pronto, ma se proprio ci tenete… ecco a voi il cannibale di Milwaukee: Jeffrey Dahmer!
IL CANNIBALE DI MILWAUKEE
Jeffrey Dahmer nasce nel 1960 nel Milwaukee.
Sulla sua infanzia ci sono notizie contrastanti. Pare che per lui sia stato un periodo tranquillo, anche se alcune fonti parlano di violenza domestica.
Crescendo il suo carattere è diventato sempre più chiuso e a scuola veniva spesso bullizzato.

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Così si trovò un hobby: collezionare animali morti. In più cresceva in lui il desiderio di possedere un cadavere come oggetto sessuale.
MUORI AMORE
Il suo primo omicidio è avvenuto nel 1978. Ha dato un passaggio ad un autostoppista 19enne, invitandolo poi a casa con la scusa di una birra. Dopo il sesso, Jeffrey lo stordì colpendolo con una spranga per poi strangolarlo. A quel punto ha smembrato il cadavere, l’ha messo in dei sacchi della spazzatura e lo ha sepellito nel bosco.
Apatico e indolente fu costretto ad arruolarsi dai suoi genitori. Tempo un paio di anni e fu cacciato per colpa del suo alcolismo galoppante. Nel frattempo sono scomparse due persone.
Trasferitosi a casa di sua nonna passava il tempo collezionando manichini e sciogliendo scoiattoli nell’acido (doveva annoiarsi davvero tanto, povero ragazzo)
Nel 1987 Jeffrey uccise Steven Tuomi dopo una serata dedita a frivolezze poco morali. Questa volta però non smembrò il corpo, ma lo chiuse in una valigia e lo portò a casa della nonna. Nella cantina poté coronare il suo grande sogno: fare sesso con un cadavere! Dopo di ché lo ha smembrato e gettato nella spazzatura.
MANGIA, PREGA, AMA, UCCIDI E SMEMBRA
Più volte procedeva con lo stesso modus operandi, drogando, violentando, uccidendo e smembrando le sue vittime. Alcune parti del corpo le conservava in frigo per poi mangiarle. Altre invece le scioglieva nell’acido o le conservava sotto formaldeide. Gli piaceva dipingere i teschi, bollendo prima le teste per far staccare meglio la carne.
Alcune delle vittime furono sottoposte ad un trattamento molto particolare: con un trapano gli forava il cranio per poi iniettare acido muriatico, con lo scopo di creare degli zombie; schiavi sessuali privi di volontà. Ovviamente l’unico risultato che ottenne fu la loro morte.
C’ERAVAMO TANTO IMPEGNATI
Nel luglio del ‘91 adescò l’ennesima preda. Questa volta però il malcapitato, notando foto di cadaveri sulle parete, tagliò la corda e denunciò Jeffrey che fu finalmente arrestato
In totale le vittime accertate furono 15, ma lui ne confessò 17. Fu condannato a più di 900 anni di carcere. Il motivo di tanti anni di carcere fu la volontà del giudice nel sincerarsi che Jeffrey Dahmer non sarebbe stato mai più rimesso in libertà.
In carcere si convertì al cristianesimo, facendo diverse dichiarazioni in cui traspariva il suo desiderio di non voler far del male a nessuno, era schiavo di questi istinti. A prova di queste dichiarazioni, la maggior parte delle vittime venivano narcotizzate prima di venire uccise.
Nel ‘94 fu aggredito da un altro detenuto e morì a causa del trauma cranico.
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