MARCO BERGAMO, IL MOSTRO DI BOLZANO
Nato il 6 agosto del 1966, Marco Bergamo era un bambino timido, solitario, grasso e soffriva di un disturbo del linguaggio e di psoriasi. All’età di 26 anni, gli venne asportato un testicolo, operazione che lo rese impotente. Era feticista, un esibizionista e un consumatore incallito di pornografia. Quando le sue fantasia erotiche non furono più in grado di appagare il desiderio di dominare le donne, la sua perversione sfociò nell’omicidio.
UNA PERVERSIONE INNATA
Nel 1984 commise il suo primo assassinio. La vittima era una giovanissima ragazza, una studentessa di appena 15 anni, che uccise accoltellandola svariate volte. La soddisfazione però durò poco; sei mesi dopo, uccise con diciannove coltellate un’insegnante che, per arrotondare, di notte faceva la prostituta.

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Nell’appartamento della seconda vittima furono trovati dei preservativi usati, tuttavia dall’esame autoptico non emerse alcun segno di violenza sessuale. Dopo l’omicidio, Marco Bergamo si dileguò portando via una cospicua refurtiva di mutandine e reggiseni della vittima.
RITORNO DALLE FERIE
Dopo questo omicidio si prese una pausa di ben sette anni, fino al 1990; la sua terza vittima fu una prostituta di 25 anni, anche lei uccisa a coltellate. Con il terzo omicidio, Marco Bergamo divenne a tutti gli effetti un serial killer. Il cadavere della donna fu ritrovato in un parcheggio abbandonato giorni dopo. Sulla sua tomba fu ritrovato un biglietto con su scritto: “mi spiace per quello che ho fatto, doveva essere fatto e tu lo sapevi”.
Due mesi più tardi, Bergamo offrì un passaggio ad un’altra prostituta appena diciottenne. La povera malcapitata venne strangolata, sgozzata e infine accoltellata 14 volte (non si sa mai).
Anche l’ultima vittima fu una prostituta di appena diciotto anni; era il 6 agosto quando Marco Bergamo decise di festeggiare il suo compleanno, la scaricò sul ciglio della strada ancora viva e agonizzante… per poi finirla con 28 coltellate.
L’ARRESTO
Lo stesso giorno Bergamo fu fermato dalla polizia. Gli agenti trovano il sedile del passeggero sfoderato, probabilmente perché sporco di sangue e, insospettiti, perquisirono il portabagagli. Trovarono i vestiti sporchi di sangue e il documento dell’ultima vittima, uccisa poche ore prima. Fu quindi arrestato ma confessò solo tre dei cinque omicidi.
L’8 marzo, il giorno della festa della donna, Marco fu condannato per tutti gli omicidi. I periti, nel studiare il suo profilo psicologico, non riscontrarono l’infermità mentale. Scrissero di lui: “Bergamo è giunto alla versione più estrema: l’omicidio per godimento”.Più avanti dissero anche che, per Bergamo, uccidere rappresentava ormai l’estrema perversione sadica, la modalità più forte per possedere la donna.
UN ANEDDOTO SIMPATICO
Il programma Rai “Un giorno in pretura” fece una puntata dedicata proprio al mostro di bolzano. Lo stesso giorno il padre di Bergamo si impiccò, probabilmente sopraffatto dalla vergogna.
Dopo svariati anni di carcere, nel 2005, Marco ottenne un permesso premio: questa notizia sconvolse l’italia (ma dai?).
Nel 2017, alla tenera età di 51 anni, Bergamo morì per un’infiammazione ai polmoni.
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